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Quanto costa un impianto di acquaponica domestico?

Quando abbiamo iniziato la nostra avventura da acquaponici, tutti e tre ci siamo approcciati a questo mondo costruendo da soli i primi prototipi, sperimentando (anche sbagliando), senza perdere mai la voglia di migliorare i nostri ecosistemi.

Ma qual è il costo di un impianto di acquaponica domestico? La risposta non è immediata perché dipenderà dalle vostre capacità nel fai da te, dai materiali che deciderete di usare e ovviamente da quanto grande lo farete.

Costo di un impianto di acquaponica: fai da te o chiavi in mano?

In commercio esistono attualmente diversi impianti di acquaponica, venduti già pronti e delle più svariate dimensioni, ma non sempre i costi sono vantaggiosi e a volte anche la loro funzionalità è limitata se non si fanno le scelte giuste prendendo in considerazione le dimensioni corrette e  tutti gli elementi necessari per una gestione efficace.

Se invece siete alla ricerca di una soluzione che si adatti allo spazio a vostra disposizione, potendo scegliere anche materiali e design, allora potrebbe essere utile sapere come costruire un impianto di acquaponica.

Vediamo ora quando e perché conviene l’acquaponica fai da te e in casa.

Progettare il proprio impianto: quali materiali scegliere 

Stilando una breve lista degli elementi necessari per costruire un impianto acquaponico ci accorgeremo subito come vasche (dei pesci, di raccolta e di coltivazione), una pompa di qualità ed eventuali luci per la coltivazione indoor siano gli elementi che incideranno maggiormente sul costo finale.

Le vasche dei pesci e di raccolta: materiali e costi

Indipendentemente dalla dimensione dell’impianto che deciderete di costruire, la scelta più economica sarà scegliere vasche in HDPE, PE o PP (“plastica”) meglio se adatte al contatto con alimenti. 

L’offerta per questi contenitori è davvero molto vasta, si parte da qualche decina di euro fino ad arrivare a poche centinaia, in base alla quantità di litri contenuti e, di conseguenza, anche del materiale, più robusto per i litraggi maggiori.

Le forme invece sono più standard e solitamente la scelta è tra vasche con perimetro rettangolare o, come per i mastelli, circolare.

Vasche in plastica

Tutto il team di Aquaponic Design è partito realizzando piccoli impianti sperimentali acquistando alcuni contenitori trasparenti IKEA (SAMLA), che vantano un prezzo molto accessibile e delle dimensioni discrete. 

Se doveste scegliere di iniziare anche voi con queste vasche rudimentali, ci vorrà un po’ di accortezza al momento di fare dei fori, poiché la plastica non è delle più robuste e inoltre quando colma di acqua tende a “spanciare”, quindi vi consigliamo di prevedere dei supporti contenitivi.

Diversamente, se la vostra scelta ricadrà sui mastelli, non si deformeranno perché predisposti a contenere liquidi, ma anche in questo caso il nostro consiglio quando fate il foro (per il troppo pieno ad esempio) è quello di munirvi di un passaparete per il collegamento con la vasca di raccolta perché grazie alle guarnizioni di cui è dotato manterrà il mastello stagno nonostante il profilo circolare.

Fino a questo punto abbiamo velocemente inquadrato alcune delle soluzioni più economiche, ma che purtroppo hanno lo svantaggio di non essere esteticamente accattivanti. (A meno che non abbiate deciso di trasformare il vostro salotto in un laboratorio di acquaponica!).

Vasche in vetro

A questo punto entra in gioco il vetro, infatti procurarsi o assemblare un acquario di almeno un centinaio di litri non è molto difficile e in questo modo ottereste una bella vasca, più curata esteriormente e spendendo al massimo un centinaio di euro, ma attenzione perché se ne troverete uno da riciclare già costruito non sarà semplice forare il vetro senza rischiare di romperlo. Non dimenticate di lavorare sempre in sicurezza! 

Vasche in legno

Se invece siete alla ricerca di una soluzione che vi permetta di adattare la vasca dei pesci e quella di raccolta al vostro spazio, allora potreste optare per farle realizzare in acciaio Inox (molto caro) oppure, più semplicemente, costruirle in legno e successivamente rivestirle con del telo in PVC.

Con quest’ultima soluzione potrete fare emergere il vostro lato artigianale e godere della massima libertà di personalizzazione: dalla scelta dell’essenza alla ricerca di una venatura più marcata, dalla colorazione dell’impregnante alla finitura lucida, opaca o trasparente. 

L’impianto in legno non è l’opzione che vi farà risparmiare più tempo, ma è quella che sicuramente vi permetterà di ottenere un risultato resistente e allo stesso tempo dal design attraente.

La pompa per il ricircolo dell’acqua: come sceglierla

È letteralmente il motore del vostro impianto acquaponico, lo strumento che vi permetterà di azionare il ricircolo dell’acqua in modo tale da portarla dalla vasca di raccolta al sistema di coltivazione e da qui nella vasca dei pesci e quindi di nuovo alla pompa, grazie al troppo pieno.

Per questo, vi consigliamo di usare la qualità come criterio di scelta e non il risparmio, per non rischiare di acquistarne una non adatta allo scopo oppure troppo poco potente per l’impianto acquaponico costruito. In ogni caso il prezzo della pompa sarà proporzionale alle dimensioni dell’impianto: più è grande, più cresce, variando indicativamente da poche decine di euro a qualche centinaia. 

Le informazioni più importanti da tenere a mente sono:

  • portata oraria, ovvero in un’ora quanta acqua riesce a spostare la pompa
  • prevalenza, ovvero a che altezza massima può portare l’acqua aspirata
  • potenza espressa in watt che vi permetterà di calcolare quanto il suo funzionamento prolungato incida sui costi della corrente.

Gli aspetti da approfondire rispetto al dimensionamento di una pompa e alla fluidodinamica sono numerosi, ma per iniziare tenete a mente qualche consiglio fondamentale!

Ecco il primo: una volta costruito l’impianto e calcolato il volume di acqua totale, non acquistate un pompa che abbia come portata oraria lo stesso volume di acqua (indicazione che troverete tra le specifiche tecniche). Questo perché quel dato viene calcolato in relazione al valore più basso di prevalenza. 

Facciamo un esempio: una pompa con le seguenti specifiche: 3000L/h e 3m di prevalenza vuol dire che ad altezza 0 sposterà 3000L/h ed invece all’altezza massima (3m) avrà una portata di 0L/h.

Quindi, con l’aumentare dell’altezza alla quale l’acqua dovrà essere trasportata, la quantità di acqua all’ora spostata diminuirà.

A questo punto è facile intuire che per essere sicuri che la pompa lavori a dovere è meglio sovradimensionarla di molto. Le marche più professionali insieme alle specifiche tecniche forniscono anche un grafico che illustra e identifica la portata della pompa al variare dell’altezza, ma se non presente, allora tenete sempre a mente che in una o due ore al massimo tutto il volume di acqua della vasca dei pesci deve essere passato attraverso il sistema di coltivazione.

Un altro importante consiglio è quello di comprare solo pompe che abbiano la possibilità di essere facilmente smontate per poterle pulire a dovere ogni volta ce ne sia il bisogno.

Infine, non fate troppo affidamento sulle levette per la regolazione del flusso integrate alla pompa, meglio tenerle tutte al massimo e posizionare in aggiunta delle valvole a rubinetto in corrispondenza delle varie uscite dell’acqua così da poter gestire al meglio il funzionamento del sistema.

E ora, passiamo al terzo elemento di un impianto acquaponico domestico: il sistema di coltivazione.

Quanto grande? Ecco come ottimizzare produzione e spazi occupati

L’acquaponica è redditizia? Si, ma dipende ovviamente dai vostri scopi. In questo articolo stiamo affrontando la realizzazione di un impianto domestico dove potremmo parlare di redditività in funzione non soltanto di quanto riesco a produrre, ma anche in termini di facilità di gestione e automazione, di possibilità di arredare con soluzioni uniche e per ultimo, non certo di importanza, di occasione educativa.

Rispetto al costo di un impianto di acquaponica, indipendentemente dal sistema di produzione che andrete a scegliere, tenete presente che le luci fitostimolanti di buona qualità hanno un prezzo che varia da qualche decina di euro fino anche a numerose centinaia di euro.

Utilizzare questo tipo di luci non dipende esclusivamente dal trovarci in un contesto interno o esterno ma anche dall’avere o meno a disposizione una quantità di luce sufficiente, sia per intensità che per durata, durante l’arco della giornata.

Nel caso in cui voleste saperne di più su quali luci per la coltivazione scegliere ne abbiamo parlato sul nostro canale YouTube.

Se invece sceglierete di sfruttare al meglio la luce naturale a vostra disposizione è giunto il momento di capire quale sistema di coltivazione fa al caso vostro.

Ne esistono principalmente 4:

  • Letto di crescita (Growbed)
  • NFT (Nutrient Film Technique)
  • DWC (Deep Water Colture)
  • Vertical Tower

Il primo, uno dei più versatili, permette di coltivare sia ortaggi a foglia edibile sia quelli da frutto. In particolare questo è possibile perché viene realizzato sempre con delle vasche o contenitori alti tra i 20 e i 35 cm e riempiti con argilla espansa, per cui ai costi dei diversi materiali di cui abbiamo parlato prima, considerate di aggiungere semplicemente quelli del substrato inerte.

Nel secondo caso (Tecnica del film nutritivo), invece, si coltivano soltanto ortaggi a foglia edibile perché questi crescono lungo canaline in PVC (dai tre ai sette euro ogni 3 metri) forate a distanze regolari e all’interno delle quali l’acqua scorre come un lento rigagnolo.

Nel terzo (coltura in acqua profonda), invece, le piante, escluse quelle da frutto, vengono coltivate in zattere galleggianti in polistirolo (dai cinque ai quindici euro al metro quadrato)  all’interno di lunghi binari pieni di acqua. Questi ultimi hanno una struttura simile a quella dei letti di crescita, ma generalmente vengono realizzati con materiali plastici adattati in funzione dello spazio a disposizione. 

Infine, nel quarto metodo le piante a foglia edibile crescono all’interno di torri verticali in PVC (dai tre agli otto euro a braga), permettendo così di sfruttare al massimo l’altezza. Ecco qui il video per come costruire un orto verticale.

Il sistema più utilizzato per un impianto acquaponico domestico solitamente è il letto di crescita in quanto maggiormente versatile in termini di coltivazione e, non meno importante, poiché garantisce un’elevata superficie di filtraggio solido e biologico per lo sviluppo delle colonie batteriche nitrificanti.

È giunto il momento di mettere le mani in pasta ed iniziare a costruire! Se siete alla ricerca ancora di qualche spunto costruttivo o di come realizzare e avviare da 0 il vostro primo impianto domestico ecco qui il link al nostro e-Book: un manuale di acquaponica ricco di dettagli, approfondimenti e consigli utili, ma soprattutto di 8 tutorial per costruire insieme un ecosistema adatto a tutte le età!

Noi siamo pronti e voi? Raccontatecelo nei commenti!