Impianto acquaponico fai da te: ecco come farlo
Con l’arrivo della primavera si risveglia in molte persone il desiderio di dedicarsi al giardinaggio e all’orticoltura, per ritrovare il contatto con la natura.
Sarà la voglia di vedere germogliare nuove piante, oppure più semplicemente sarà l’effetto benefico che tali attività hanno sulla nostra psiche, ma in ogni caso la “frenesia agricola” contagia felicemente tutte le età.
Chi non ha a disposizione un pezzetto di terra, compra vasi e grossi sacchi di terriccio per abbellire il suo balcone, ma c’è anche chi compra semi, chi vanga, munito di stivali e guanti, per rendere il suo giardino un piccola piccola oasi in mezzo alla città. E poi c’è chi, come me, compra un pesce rosso. Sì, avete capito bene, un bellissimo pesce rosso!
Cosa c’entrano i pesci rossi con l’orticoltura o con il giardinaggio? La risposta è l’acquaponica, una tecnica di coltivazione altamente produttiva e a basso impatto ambientale. Si tratta di un innovativo sistema di coltivazione fuori suolo che coniuga la produzione di ortaggi all’allevamento di pesci, commestibili o ornamentali.
Ecco perché conoscere questa tecnica e imparare come costruire un impianto acquaponico può permettervi di avere numerosi vantaggi rispetto a continuare a coltivare nella maniera tradizionale.
I vantaggi dell’acquaponica
Grazie a questo sistema è possibile coltivare ovunque, sia in orizzontale che in verticale, sia indoor che outdoor, risparmiando quasi il 90% di acqua rispetto alla coltivazione in suolo e soprattutto senza l’utilizzo di pesticidi o concimi di sintesi, che ucciderebbero i pesci. Proprio loro, infatti, sono la garanzia di un prodotto sano e di qualità.
Inoltre, rispetto alle coltivazioni tradizionali su terreno, un impianto acquaponico offre numerosi vantaggi:
- maggiori produzioni;
- maggiore efficienza di utilizzo delle risorse;
- nessuna erba indesiderata da eliminare;
- nessun bisogno di irrigare, quindi si può andare in vacanza senza il bisogno di chiedere al nostro vicino di “dare un pò d’acqua alle piante”;
- minore lavoro, poiché non c’è terreno da lavorare e una volta costruito l’impianto, le operazioni da fare per mandare avanti la produzione sono davvero semplici;
- minore fatica, in quanto non essendo una coltivazione su suolo non si è costretti a stare piegati, ma l’impianto acquaponico può essere costruito in funzione dei propri spazi ed esigenze.
Ora che abbiamo visto perché ne vale la pena, è arrivato il momento di capire come costruire un impianto acquaponico. Partiamo dai protagonisti: pesci, piante e batteri.
Come funziona un impianto acquaponico
Prima di iniziare i lavori è importante sapere che all’interno dell’impianto avremo principalmente tre organismi, ovvero pesci, batteri e piante, fondamentali al funzionamento dell’intero sistema. Sono loro, infatti, a instaurare una relazione simbiotica nella quale, ognuno contribuisce a creare un ecosistema prospero. I pesci producono scarti organici, ricchi soprattutto di ammoniaca, che trasportati dall’acqua, vengono trasformati dai batteri in sostanze utili per le piante che, così nutrite, potranno crescere belle e vigorose, mentre purificano l’acqua per i pesci, creando un circolo virtuoso.
Gli elementi di un impianto acquaponico
Per costruire un impianto acquaponico bisogna tener presente che in genere ognuno dei tre organismi che lo abitano avrà un’area specifica a lui dedicata.
Dunque gli elementi principali di un impianto sono:
- una vasca per i pesci
- un filtro meccanico, il cui scopo è quello di trattenere le parti più grossolane degli scarti organici provenienti dalla vasca dei pesci. Nelle versioni più semplici, questi filtri, sono costituiti da una serie di setacci con maglie di diverse dimensioni attraverso i quali viene fatta passare l’acqua;
- un filtro biologico che costituisce la casa dei batteri. Solitamente è formato da un recipiente all’interno del quale è presente, immerso in acqua, del materiale inerte sul quale si formano le colonie batteriche. Per il benessere dei batteri è fondamentale che all’interno del biofiltro sia assicurato un adeguato livello di ossigeno. Questo può essere garantito mediante il posizionamento di una pietra porosa alimentata da una pompa dell’aria.
- una area dedicata alle piante, che a seconda della tecnica di coltivazione scelta potrà avere caratteristiche diverse.
- vasca di raccolta, in cui in genere viene posizionata la pompa che riporta l’acqua nella vasca dei pesci
- una pompa dell’aria collegata a delle pietre porose che possono essere posizionate in diverse zone dell’impianto a seconda delle esigenze.
La nostra lista della spesa è fatta. Siamo pronti per metterci all’opera!
Come costruire un impianto acquaponico
Per semplicità in questo articolo descriveremo come costruire un impianto acquaponico che si basa sulla tecnologia di coltivazione chiamata “a letto di crescita” o grow bed.
Questo perchè tale sistema si può ritenere tra i più economici, oltre che il più adatto per chi è alle prime armi con l’acquaponica. Tuttavia esistono anche altri metodi di coltivazione usati sia in acquaponica che in idroponica, che utilizzano, ad esempio, vertical towers, NFT, e DWC (deep water colture).
La particolarità del sistema grow bed è che l’elemento destinato ad ospitare le piante, ovvero il “letto di crescita”, funge anche da filtro meccanico e biologico.
Dunque gli elementi che costituiscono un impianto acquaponico con letto di crescita sono:
- vasca dei pesci
- letto di crescita
- vasca di raccolta.
Per costruire un impianto di questo tipo bisogna prima di tutto effettuare un buco su uno dei lati della vasca dei pesci, ad un’altezza che servirà per regolare il livello dell’acqua all’interno della vasca. Infatti, mediante un tubo che pescherà nella parte più bassa, l’acqua uscirà per andare a riversarsi nel “letto di crescita” posizionato di fianco, ad un livello leggermente più basso.
Il “letto di crescita” dovrà essere dotato di un sifone a campana che permetterà il riempimento e lo svuotamento continuo del grow bed.
Il letto di crescita è costituito da un recipiente contenente del materiale inerte che, come già detto, garantisce una certa filtrazione meccanica e permette alle radici delle piante ed ai batteri di ancorarsi e di svilupparsi. Tra i materiali inerti più utilizzati e comuni, dato il basso costo e la facile reperibilità, c’è l’argilla espansa: questo substrato, insieme al meccanismo del sifone a campana, facilita l’ossigenazione delle radici delle piante e le mantiene ancorate.
L’acqua che mediante il sifone fuoriesce dal letto verrà convogliata nella vasca di raccolta nella quale andremo a posizionare la pompa che la riporterà nella vasca dei pesci, avviando nuovamente il ciclo.
Una volta capito il funzionamento che vi è alla base le possibili configurazioni e sperimentazioni sono infinite, ed è proprio questo il bello.
Voi dove costruirete il vostro primo impianto acquaponico? Buon divertimento!